ANTROPOLOGIA: magia e mito
MAGIA =
credenza ingenua nella possibilità di manipolare, con l'uso di speciali combinazioni e accostamenti di sostanze, nonché di formule verbali e a gesti, il corso degli eventi e la natura delle cose.
↓eppure
x molto tempo la magia coinvolgeva anche gli “antenati” dei moderni astronomi, moderni chimici e attuali medici
800: lo studio della magia come «modo di pensare» cominciò sistematicamente
⇩
divenne evidente che molte credenze sparse erano abbastanza simili a quelle dei «selvaggi» e dei «primitivi».
ATTO MAGICO =
azione compiuta da un soggetto
⇒ scopo: esercitare un'influenza di qualche tipo (positiva o negativa) su qualcuno o qualcosa.
- l'imitazione: la credenza che, vestendosi della pelle di un certo animale, il cacciatore possa mimarne i movimenti e quindi influire sul suo comportamento
- contagio: l’idea che due cose, per il fatto di essere entrate in contatto tra loro, conservino, anche una volta allontanate, il potere di agire l'una sull'altra.
I primi antropologi
interpretarono la magia come:
➡ una specie di aberrazione intellettuale tipica alla mente primitiva
➡️ un residuo di epoche trascorse
➡️ una scienza imperfetta
↕ inoltre
legame stretto tra la magia e la religione, MA…
BRONISLAW MALINOWSKY
Un'altra teoria della magia fu elaborata nel corso degli anni Venti-Trenta, sulla base della sua esperienza di ricerca nelle isole Trobriand
⇩
distinse nettamente la magia dalla religione e dalla scienza
- LA SCIENZA: si trova nella sua forma elementare presso tutti i popoli, frutto della necessità di organizzarsi per sopravvivere
- LA RELIGIONE: non è chiamata a spiegare l'origine dei fenomeni, ma a fornire certezze di fronte ai grandi problemi della vita: il bene e il male, il dolore, la morte, problemi comuni a tutte le società umane
- LA MAGIA: ha finalità rassicuranti
➡️ riteneva che fosse un mezzo usato dagli esseri umani, e non solo dai primitivi, per far fronte a situazioni generiche di ansia
↓ una serie di:
«atti sostitutivi»;
➡️ afferma il desiderio dell'essere umano di controllare i fini desiderati.
➡️ una ricerca di rassicurazione di fronte all'incertezza e all'imprevedibilità degli eventi
ERNESTO DE MARTINO
“un residuo arcaico” ancorato nel bisogno dell'essere umano di affermare la propria presenza di fronte all'idea della morte, dell'annientamento.
Malocchio
↓
l'idea che uno sguardo insistente o certe parole possano influire negativamente su cose o persone
↓
Ad un individuo possono capitare cose gravi, o anche solo inconvenienti, e scatta d'idea di essere stati colpito dal malocchio
la credenza che certi atti, soprattutto involontari, portino sfortuna, dai quali per proteggersi bisogna ricorrere a gesti e formule precise.
⬇️
risposte rassicuranti che tendono a ristabilire, nella mente di colui che ci crede, l'equilibrio compromesso.
IL MITO
Caratteristiche del mito:
- ignora lo spazio e il tempo
- le azioni dei protagonisti del mito non tengono conto dell'anteriorità e della successione temporale
- i personaggi del mito agiscono o abitano in luoghi impossibili da frequentare
Il mito tende a produrre una antropomorfizzazione della natura
L'interpretazione del mito secondo Lévi-Strauss
➡️ Il mito ha la funzione, secondo Lévi-Strauss, di conciliare gli aspetti contraddittori dell'esistenza umana e del mondo naturale che non possono essere mediati da alcuna forma di pensiero razionale.
Commenti
Posta un commento