ANTROPOLOGIA: magia e mito

 MAGIA =


credenza ingenua nella possibilità di manipolare, con l'uso di speciali combinazioni e accostamenti di sostanze, nonché di formule verbali e a gesti, il corso degli eventi e la natura delle cose.

↓eppure

x molto tempo la magia coinvolgeva anche gli “antenati” dei moderni astronomi, moderni chimici e attuali medici


800: lo studio della magia come «modo di pensare» cominciò sistematicamente 


⇩ 

divenne evidente che molte credenze sparse erano abbastanza simili a quelle dei «selvaggi» e dei «primitivi». 


ATTO MAGICO = 

azione compiuta da un soggetto 

⇒ scopo: esercitare un'influenza di qualche tipo (positiva o negativa) su qualcuno o qualcosa. 

MAGIA NERA: operazioni materiali e verbali condotte su qualcosa che è appartenuto o che è stato in contatto con la persona che si vuole colpire.

MAGIA BIANCA: con finalità opposte mira a produrre effetti benefici sull’oggetto prescelto.


JAMES FRAZER



 aveva colto 2 modalità del pensiero magico:

- l'imitazione: la credenza che, vestendosi della pelle di un certo animale, il cacciatore possa mimarne i movimenti e quindi influire sul suo comportamento


 - contagio: l’idea che due cose, per il fatto di essere entrate in contatto tra loro, conservino, anche una volta allontanate, il potere di agire l'una sull'altra.


I primi antropologi

 interpretarono la magia come:

➡ una specie di aberrazione intellettuale tipica alla mente primitiva

➡️ un residuo di epoche trascorse

➡️ una scienza imperfetta


                                         ↕ inoltre

           legame stretto tra la magia e la religione, MA…


BRONISLAW MALINOWSKY 


Un'altra teoria della magia fu elaborata nel corso degli anni Venti-Trenta, sulla base della sua esperienza di ricerca nelle isole Trobriand 



                                        ⇩

 distinse nettamente la magia dalla religione e dalla scienza

LA SCIENZA: si trova nella sua forma elementare presso tutti i popoli, frutto della necessità di organizzarsi per sopravvivere 

LA RELIGIONE: non è chiamata a spiegare l'origine dei fenomeni, ma a fornire certezze di fronte ai grandi problemi della vita: il bene e il male, il dolore, la morte, problemi comuni a tutte le società umane

LA MAGIA: ha finalità rassicuranti

➡️ riteneva che fosse un mezzo usato dagli esseri umani, e non solo dai primitivi, per far fronte a situazioni generiche di ansia


                              ↓ una serie di:

                     «atti sostitutivi»;

➡️ afferma il desiderio dell'essere umano di controllare i fini desiderati. 

➡️ una ricerca di rassicurazione di fronte all'incertezza e all'imprevedibilità degli eventi



ERNESTO DE MARTINO


“un residuo arcaico” ancorato nel bisogno dell'essere umano di affermare la propria presenza di fronte all'idea della morte, dell'annientamento.


Malocchio 


                                           ↓

l'idea che uno sguardo insistente o certe parole possano influire negativamente su cose o persone 

                                           ↓

Ad un individuo possono capitare cose gravi, o anche solo inconvenienti, e scatta d'idea di essere stati colpito dal malocchio 


Gli atti porta sfortuna=

la credenza che certi atti, soprattutto involontari, portino sfortuna, dai quali per proteggersi bisogna ricorrere a gesti e formule precise.




                                          ⬇️

 risposte rassicuranti che tendono a ristabilire, nella mente di colui che ci crede, l'equilibrio compromesso.


IL MITO


Caratteristiche del mito:

- ignora lo spazio e il tempo

le azioni dei protagonisti del mito non tengono conto dell'anteriorità e della successione temporale 

i personaggi del mito agiscono o abitano in luoghi impossibili da frequentare

Il mito tende a produrre una antropomorfizzazione della natura 


L'interpretazione del mito secondo Lévi-Strauss


➡️ Il mito ha la funzione, secondo Lévi-Strauss, di conciliare gli aspetti contraddittori dell'esistenza umana e del mondo naturale che non possono essere mediati da alcuna forma di pensiero razionale.

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